Tenerife = El Teide (ma non solo). Al centro di quest’isola approssimativamente
triangolare si erge la montagna più alta di Spagna e il suo vulcano più
imponente ancora in attività.
El Teide significa anche turismo, poiché attrae milioni di
visitatori ogni anno; ciononostante, resta maestoso e distante, incurante delle
migliaia di arrampicatori, escursionisti, fotografi e gente che affolla i
belvedere. E’ generoso; dà a ciascuno quello che cerca – sole, un picco
innevato, aria frizzante, avventura, bizzarre formazioni di lava, paesaggi
extraterrestri (Las Cañadas), vegetazione autoctona, un osservatorio per
ammirare il cielo notturno trapunto di stelle e tanto altro. E’ spettacolare, e
giustamente famoso.
Abbiamo fatto una lunga camminata intorno alla base, a 2200
m sul mare, anziché raggiungere con la funivia il picco a 200 m sotto il
livello massimo di 3,781 m, perché ero un po’ a corto di respiro. Non me ne
rammarico, sono sicura che sia stato altrettanto incredibile. Il sole splendeva
e abbiamo fatto il nostro picnic in un punto tranquillo del possente scenario, sul
lato sud della montagna, dove la vegetazione è quasi assente.
Sul lato opposto,
ci sono quasi permanentemente nuvole, nebbia e neve. In realtà l’isola è divisa
in due dal Teide relativamente al clima, in direzione O-E: il nord è sotto
l’influenza della corrente del Golfo con un alto grado di umidità, venti
occidentali costanti e tempo molto variabile. La vegetazione è lussureggiante e
la terra produce generosi raccolti di banane, arance, papaie e tutti i tipi di
frutta e verdura. Il Teide forma una barriera, così che il lato sud di Tenerife
è arido e perlopiù desertico, con temperature notevolmente superiori rispetto
al nord ed è normalmente soleggiato. Questa è una fortuna per i turisti da
spiaggia, ma molto meno per gente come noi, che tendiamo a fuggire le folle, così
decidiamo di fare campo base a Puerto de la Cruz.
Tenerife non è soltanto il Teide, si capisce. Ci sono luoghi
favolosi lungo la costa NO: Icod de los Vinos, Garachico, Buenavista del Norte
(con la Punta de Teno), Masca e Los Gigantes, con le scogliere verticali emergenti
600 m dal livello del mare.
Garachico è un villaggio molto ben conservato che nel
diciottesimo secolo era il porto principale di Tenerife fino all’ultima
eruzione del 1706. Un grosso scoglio (Roque de Garachico) si alza dal mare
proprio di fronte. Garachico ha piscine naturali formate dalla lava, pittoresche
stradine e un bel piccolo parco (Parque Puerta de Tierra) con un monumento al
poeta Rafael Alberti.
Icod de Los Vinos è interessante non solo per il “Drago
millenario” (Dracaena draco – l’albero è in realtà molto meno antico) che si
trova in un parco molto attraente, ma anche per numerosi luoghi ed edifici, tra
cui Casa Cáceres nella piazza omonima, con vegetazione singolare, chiese, ristoranti
e il Salón Geográfico de Canarias (museo geografico) inaugurato di recente.
Punta de Teno è il polo d’attrazione del Parque Rural de
Teno, il punto più a NE dell’isola, dove oceano e terraferma si scontrano e ti
avvincono – una fine del mondo travolgente.
Masca è un paesino appollaiato all’imbocco di una lunga gola
che scende verso l’oceano, una vera sfida per gli escursionisti. A 3 km verso
sud, dove finisce la gola, iniziano le scogliere di Los Gigantes.
Puerto de la Cruz, il nostro campo base, è una vivace
località turistica, sebbene non tanto popolare presso i giovanissimi quanto Playa de
las Américas, a sud. Puerto Cruz ha numerosi buoni alberghi, ristoranti e bar, innumerevoli
empori e boutique, belle spiagge di fine sabbia nera, angoli pittoreschi e
magnifici giardini. I nostri cinque giorni sul posto sono stati gradevoli e rilassanti.
Il nostro albergo s’innalzava proprio sulla spiaggia, uno dei tanti
hotel-grattacielo costruiti tra gli anni novanta e la prima decade del duemila;
la nostra camera era spaziosa e confortevole e dava sull’oceano. La spiaggia e
la piscina dell’albergo parevano invitarci, purtroppo le temperature erano
troppo invernali per noi. Vicino all’albergo ci sono il medievale Castillo San
Felipe, in restauro, e la magnifica Playa Jardín. A pochi passi si è in
centro; si raggiunge la Plaza del Charco con i suoi diversi ristoranti e bar
attraversando la zona pedonale del quartiere La Ranilla, recentemente rimesso a
nuovo e pieno di simpatici localini. Appena a nord di Plaza del Charco ecco il
caratteristico porto dei pescatori. Procedendo sempre in direzione est si
raggiunge l’Eremitaggio di San Telmo, una graziosa chiesetta cattolica circondata
da un giardino tropicale altrettanto grazioso; continuando ancora si arriva a
Lago Martiánez, complesso pubblico di piscine salate progettate dall’artista di
Lanzarote César Manrique. Oltre a questo c’è Playa de Martiánez, paradiso dei
surfisti.
Per finire ecco alcune raccomandazioni per un buon aperitivo
e/o un buon pasto.
- Puerto de la Cruz: il Bar Agora serve eccellenti mojitos, il
personale è cortese e la connessione wi-fi affidabile; il Restaurante Régulo ha
una cucina d’alta classe e il Restaurante La Cofradía offre il pesce e i crostacei
più freschi della città;
- Icod de los Vinos (costa nord): il Restaurante Carmen ha
un ambiente caratteristico e genuina cucina di Tenerife;
- Costa Adeje (costa sud): il Restaurante Torre del Mirador è
in posizione splendida con un’atmosfera molto vivace.
©DaniBlue
17.3.2015
2 comments:
grazie Daniela, anche Tenerife merita di andarci, bellissime foto che documentano magnifici scorci. Vedo con piacere che nei vostri viaggi non vi fate mancare niente, sempre qualche accenno al buon mangiare e al buon bere, io purtroppo sono astemia e uno dei grandi piaceri me lo perdo....
Eh, già, ci consideramo un po' dei gastronauti. Io ho incominciato a "educarmi" a bere il vino e gradatamente apprezzarlo non prima dei 23 anni. Non amo le grandi bevute, ma quelle preziose.
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