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Friday 26 September 2014

Dresda in 24 ore - Seconda parte

 
 

Accanto allo Zwinger su un altro lato della grandissima Theaterplatz sorge il magnifico e armonioso Semperoper, teatro d’opera e sala da concerto, costruito nel 1878 da Gottfried Semper,  che lo dotò di una delle migliori acustiche al mondo. Fu interamente ricostruito dopo i bombardamenti del ’45, riuscendo a ricuperare la formidabile acustica. Il teatro è visitabile internamente e davanti ad esso si erge il bel monumento equestre a re Giovanni di Sassonia.




Le strade del centro storico di Dresda sono ampie e tranquille; il centro è zona pedonale, frequentato da un numero sostenibile di turisti e ciclisti, mentre i tram gialli, lunghissimi (fino a 40 m) e ultramoderni sgusciano silenziosi sulle rotaie senza però spaventare i pedoni, poiché viaggiano tranquilli e sono riconoscibili da lontano.

Neumarkt, il piazzale del Mercato Nuovo, con la maestosa mole della Frauenkirche

Si passeggia dunque volentieri costeggiando e ammirando l’architettura di superbi palazzi (Taschenberg-Palais, Kulturpalast, Kanzlei) e si arriva sull’esteso piazzale di Neumarkt, dove sorge l’orgoglio di Dresda, la leggendaria Frauenkirche (Chiesa di Nostra Signora), completamente distrutta nel 1945.




Interno completamente restaurato della Frauenkirche



Fu rieretta nel 2005 grazie a ingenti donazioni britanniche, americane (cioè degli ex-nemici di guerra e coloro che il 13 febbraio del 1945 rasero al suolo la città provocando con i loro raid aerei una pioggia di fuoco e causando un numero impressionante, incalcolabile di vittime), francesi e svizzere. Il costo totale della ricostruzione è stato di 132 milioni di euro. Del materiale originale è stato riutilizzato il 45%, identificabile per il colore più scuro, soprattutto nella facciata. La cupola è stata completamente rifatta in arenaria bianco-rosata e svetta a 90 m dominando l’Elba e la città. E’ possibile salire sulla piattaforma panoramica della cupola che si trova a 68 metri.



Palazzo Cosel, anch'esso interamente ricostruito dopo la guerra


Skyline di Dresda: cupola della Frauenkirche e cupola del''Accademia di Belle Arti
Di fronte alla facciata della Frauenkirche e accanto al giallo, barocco e pomposo Palazzo Cosel si trova l’Accademia di Belle Arti (Hochschule für Bildende Künste), con la sua cupola di vetro scherzosamente soprannominata “lo spremilimoni” per la forma, che insieme alla cupola della Frauenkirche costituisce il centro focale dello skyline di Dresda. E’ un imponente edificio che oltre alle aule di insegnamento e studio ospita anche diversi laboratori e gallerie di esposizione.



Giardini Bruhl (Bruehlscher Garten)


Memoriale a Caspar David Friedrich


Vista dalla Bruehlsche Terrasse, con vaporetti attraccati sull'Elba





Il ponte di Augusto dalla Terrazza Bruhl

Retro dell'Albertinum
Carolabruecke
  La facciata del complesso dà sul fiume, sulla passeggiata-belvedere denominata Terrazza di Brühl (Brühlsche Terrasse), dal nome del committente conte Heinrich von Brühl che la fece realizzare nel 1738-39 e che Goethe definì “balcone d’Europa”. Adiacente alla Brühlsche Terrasse è il giardino pubblico (Brühlscher Garten), con magnifiche aiuole fiorite, imponenti alberi, panchine da cui si godono viste memorabili, sculture e memoriali.



Albertinum


Caspar David Friederich, Due uomini osservano la luna
 
 
Edgar Degas, Ballerine

Paul Gauguin, Donne di Tahiti

Max Liebermann, Sull'Alster ad Amburgo


Otto Dix, La guerra

Auguste Rodin


Vincent van Gogh, Cotogne
Sui giardini dà anche un lato dell’Albertinum, costruzione massiccia di stile rinascimentale con facciata neoclassica che ospita la Pinacoteca d’arte moderna (Galerie Neue Meister) e la Raccolta di sculture (Skulpturensammlung).  Nella prima si ammirano dipinti di autori romantici, realisti, impressionisti ed espressionisti (tra cui Friedrich, Nolde, Dix, Beckmann, Gauguin, Kirchner, Klee, Monet, Munch, van Gogh, Baselitz e altri); nella seconda opere dall’antichità classica ad artisti moderni, tra cui Rodin e Max Klinger.




Oltre il giardino pubblico, lungo la riva cui sono attraccati diversi vaporetti da crociera, si è in vista del molto trafficato Carolabrücke, e quasi sull’angolo, in Hasenberg, è stata costruita la Nuova Sinagoga (Neue Synagoge) sull’area di quella vecchia, la Sempersynagoge, distrutta nella Notte dei cristalli, nel 1938. E’ un edificio di stile modernista, un cubo asimmetrico di mattoni senza finestre. Di fronte vi è un simile edificio della Comunità ebraica (Gemeindezentrum), che ha qualche finestra e offre informazioni, allestisce concerti, mostre ed eventi.


 
 
 

Tornando in centro, passeggiamo lungo la Augustusstsrasse per ammirare il Fürstenzug (corteo dei principi), un lunghissimo mosaico che rappresenta i regnanti sassoni in processione a cavallo. Fu dipinto originariamente tra il 1871 e il 1876 per celebrare otto secoli della dinastia Wettin, la casa  reale sassone. Per renderlo impermeabile, fu sostituito con circa 23.000 piastrelle in porcellana di Meissen nel 1904-07. Lungo 102 metri, è noto come l’opera artistica in porcellana più grande che esista. Il mosaico mostra i ritratti di 35 antenati tra margravi, principi elettori, duchi e re del casato dei Wettin dal 1127 al 1904. Il Fürstenzug si trova sul muro esterno del cortile delle scuderie del castello. Una curiosità: nel centinaio di figure ne appare soltanto una femminile, quella di una bambina.



Sul lato interno ammiriamo le reali Scuderie, bellissimo cortile in stile rinascimentale, ricostruito dopi i bombardamenti.







Fuori dal centro storico vi è una costruzione singolare, la Yenidze, che pare una moschea ma è un’antica fabbrica di sigarette costruita nel 1907 e oggi trasformata in uffici, nella fine settimana si tengono nella cupola spettacoli musicali e teatrali.



Un aspetto che non immaginavo e che ha reso la mia visita ancora più piacevole è stato costatare quanto siano affabili e cordiali gli abitanti, i sassoni. Contrariamente a molti tedeschi duri e immusoniti si sono rivelati accoglienti e simpatici. Certo non ne ho incontrati tanti – il personale dell’albergo, le cameriere dei caffè, le commesse dei negozi, i guardiani dei musei – ma nessuno lesinava sorrisi. Al momento della partenza, vedendoci salire su un’auto con targa italiana, un ragazzo sconosciuto ci ha gridato “Buon viaggio” in italiano. Incredibile.



Infine due parole sui pubblici esercizi. Nella nostra intensa giornata non siamo entrati in molti, ma i pochi che abbiamo visitato erano eccellenti. Innanzitutto l’albergo, Il Swissôtel am Schloss, di fronte al complesso del Palazzo Reale, moderno e tradizionale, allo stesso tempo grandioso e riservato, è stata una delle migliori scoperte che ci ha riservato il motore di ricerca. Le camere sono spaziose, tranquille e arredate in modo singolare, seguendo una certa tradizione cittadina nel disegno della moquette verde e nella decorazione delle pareti. L’atrio d’ingresso è grande e luminoso, grazie al lucernario e a un gioco di specchi, impreziosito con vedute di Dresda di un autore contemporaneo nient’affatto banale, e il personale è super efficiente e cortese.


Wohnstube: secondo a base di pollo


Wohnstube: goloso dessert ai lamponi
 
Il ristorante Wohnstube è aperto al pubblico, caldo e simpatico con una cucina molto curata. Servizio efficiente e ricco di sorrisi.
 
 
Caffè Apotheke


Caffè Apotheke
In Taschenberg 3, di fronte allo Zwinger, c’è un simpatico caffè che si chiama Apotheke, cioè farmacia, perché è arredato con antichi mobili da speziali. C’è anche un dehors con numerosi tavolini, a uno dei quali è perennemente seduta un’anziana signora sorridente con una tazza di cioccolata all’altezza delle labbra. Ottima la selezione dei tè e dei caffè e meravigliose le torte. Ovviamente servite da graziose e sorridenti cameriere in  dirndl (costume tradizionale).
 

Dresda è una perla da scoprire e ammirare lentamente, un luogo che l’Elba a volte accarezza, a volte sommerge con piene impetuose. Una città con una storia ammirevole e travagliata, più volte distrutta da incendi, con ricchezze senza paragoni e periodi tragici, una città che come l’uccello leggendario sempre muore e sempre rinasce dalle proprie ceneri.


 

 

 
 
 
 

Dresda in 24 ore - Prima parte

 
Bernardo Bellotto, detto il Canaletto II (Venezia 1721 - Varsavia 1780), Veduta di Dresda
 
Dresda rappresenta la resurrezione del sogno romantico andato letteralmente in rovina e fumo durante i bombardamenti alleati del 1945.



Dalle sue ceneri la città ricca di palazzi rinascimentali, barocchi e rococò, perla dell’Elba, è rinata come l’araba fenice. Con la Riunificazione tedesca del 1990, Dresda ha riacquistato un posto di rilievo come uno dei principali centri culturali, universitari, politici ed economici non solo tedeschi ma europei.



Arrivando da nord si attraversa l’ampio ponte di Augusto (Augustusbrücke) che sfocia nel cuore della Città Vecchia. Subito la meraviglia riempie gli occhi ed emoziona con la maestosità degli edifici prospicienti: Ständehaus (ex parlamento), il Palazzo Reale, la Cattedrale cattolica della Santissima Trinità (Hofkirche), rinati e ricostruiti in tutto il loro splendore barocco.


Georgenbau, Haussmannturm e Hofkirche

Johann Wolfgang von Goethe (Francoforte sul Meno 1749 - Weimar 1832)

Bernardo Bellotto detto Canaletto II, Le rovine della Chiesa di Santa Croce, 1765

Passando sotto il varco del Georgentor nel bellissimo palazzo rinascimentale Georgenbau, parte del Palazzo Reale, si entra nei vicoli che si aprono a ventaglio e portano a tutti i luoghi celebrati da artisti come Goethe e Bernardo Bellotto (Canaletto II).

Augusto II di Polonia detto il Forte (Dresda 1670 - Varsavia 1733), duca e Principe Elettore di Sassonia

Una delle nove sale del tesoro del museo delle Volte Verdi
Tutto è concentrato nella Città Vecchia, ma la quantità di opere architettoniche, scultorie e pittoriche è stupefacente per un luogo così “intimo”. E’ una pia illusione quella di poter visitare tutto in un giorno. Solo nel Palazzo Reale ci sono diverse esposizioni, la più famosa delle quali è Il museo delle Volte Verdi (Grünes Gewölbe), o del Tesoro, con ricchezze raccolte da Augusto II il Forte re di Sassonia e dai suoi discendenti da fare invidia ad Alì Babà. Le altre esposizioni sono il Gabinetto delle Acqueforti, il Gabinetto di Numismatica, la Biblioteca d’Arte e l’Armeria. Per una visita frettolosa occorre mezza giornata.


Cattedrale cattolica della Santissima Trinità, Hofkirche
La Cattedrale cattolica (Hofkirche) è un capolavoro romanico - barocco con uno svettante campanile di 83 metri e uno stuolo d’imponenti statue tutte intorno al tetto dell’edificio. Interessante la storia della sua costruzione. All’epoca, la Chiesa di Nostra Signora (Frauenkirche) fu eretta nel 1726 dalla cittadinanza protestante. Augusto il Forte era un principe elettore cattolico in una città protestante, intollerante del cattolicesimo. Egli riuscì tuttavia a far costruire questa cattedrale della Santissima Trinità in segreto – chissà come – verso la metà del XVIII secolo. Distrutta completamente durante la seconda guerra mondiale, è stata quasi completamente ricostruita e il magnifico organo restaurato.






Portale della corona, Zwinger
Il complesso architettonico più singolare di Dresda è certamente lo Zwinger, la grandiosa e stravagante invenzione rococò dell’architetto di corte di Augusto II il Forte di Sassonia, Matthäus Daniel Pöppelman (Herford 1672 - Dresda 1736). Spettacolare giardino d’inverno con enorme spiazzo per parate di corte, fontane, maestose scalinate, gallerie e padiglioni degni di Versailles. Ecco alcuni tra i punti di maggiore interesse; innanzitutto il Portale della Corona (Kronentor) sormontato dalla corona aurea sostenuta da aquile.


Torre del carillon, Zwinger
Il Padiglione del Carillon (Glockenspielpavillon) con un gioco di quaranta campanelle in porcellana di Meissen che suonano varie melodie.
 



Il Ninfeo (Nymphenbad), sormontato da figure pagane di ninfe, cupidi, grotte, cascate, vasche e vari simboli creato da Pöppelman, adornato da seducenti opere scultoree di Balthazar Permoser (Salisburgo 1671 - Dresda 1732).


Ingresso alla Pinacoteca dei Grandi Maestri
Jan van Eyck, Trittico di Dresda (ca. 1437)

Albrecht Durer, ritratto di Bernhard von Reesen, 1521

Pieter Claesz, Natura morta (ca. 1625)

Hans Holbein il Giovane, Ritratto di Charles de Soliers, Sieur de Morette (1534-35)

Rembrandt, Il figliol prodigo nella taverna (1635)

Pinturicchio, Ritratto di fanciullo (ca. 1500)


Tintoretto, Le musiciste, 2a metà del XVI secolo
La Sempergalerie, ala est dell’imponente complesso, ospita la Gemäldegalerie Alter Meister (Pinacoteca dei Grandi Maestri), una delle maggiori collezioni mondiali di opere rinascimentali italiane, fiamminghe, olandesi, spagnole, francesi e tedesche (opere di Tiziano, Giorgione, Canaletto II, Correggio, Veronese, Tintoretto, Pinturicchio, Antonello da Messina, Rubens, Rembrandt, Brueghel, van Dyck, van Eyck, Vermeer, Cranach, Dürer, Holbein, ecc.).
 



Il dipinto più famoso è la Madonna Sistina di Raffaello (1512),  enorme e celeberrimo dipinto che troneggia alla fine di una fuga di sale, visibile fin dall’ingresso, con i due teneri ma inflazionatissimi cherubini sognanti ai piedi della Vergine.


Giorgione (ca. 1510, completata da Tiziano)

Jan Vermeer (ca. 1657)

Antonello da Messina (ca. 1476-77)
 
Lucas Cranach il Vecchio (1531)
Incantano anche altre opere famose, come la Venere addormentata del Giorgione, la Donna che legge una lettera davanti alla finestra di Vermeer, il San Sebastiano di Antonello da Messina, la Venere di Cranach e tutto il resto.



Lo Zwinger comprende anche altri musei: il Museo Zoologico, il Salone della matematica e della fisica nonché la Collezione di porcellane (Porzellansammlung), una delle più straordinarie esistenti, con delicati pezzi cinesi, giapponesi e di Meissen, dall’antichità fino al XVII secolo. La visita allo Zwinger e a tutti i suoi musei è assolutamente consigliata a chi ha buone gambe e un’intera giornata a disposizione.