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Saturday 8 November 2014

Langhe: un sogno d'autunno

 



Novembre: tempo di vendemmia, tartufi bianchi e paesaggi collinari brumosi che ci chiamano per la solita escursione annuale nelle fiabesche Langhe, la zona viticola che si estende da sud di Torino all'Appennino Ligure, dove si producono vini leggendari come il Barolo e il Barbaresco dalle uve nebbiolo.


Il nome del vitigno deriva da nebbia per due motivi: perché gli acini sono coperti da un velo lattiginoso e perché i grappoli vengono raccolti quando arrivano le prime giornate di nebbia, a fine ottobre/inizio novembre.



Nemmeno quest'anno possiamo perderci il lusso di questa esperienza, allora ingaggiamo i motori di ricerca per trovare sistemazione per una notte e un ristorante eccezionale.

Il mio partner si impegna in una lunghissima ricerca, telefona a dozzine di Bed & Breakfast, agriturismi e alberghi e ottiene sempre la stessa risposta: "Spiacenti, siamo al completo". Infine, atterra sulla Cascina La Rocca che, miracolosamente, ha una camera libera.




Il navigatore trova subito l'indirizzo e a noi piace la facciata agreste e il cortile antistante molto spazioso. La provinciale Alba - Barolo dista 150 metri di fronte, quindi davvero il rumore è contenuto. Il retro dà su un pendio collinare coltivato a vigna, probabilmente barbera, e a lato c'è un lunghissimo capannone adibito a stalla.



La nostra camera è spartana, ma spaziosa e arredata con mobili rustici antichi. Non c'è televisore, ma un'eccellente connessione wi-fi gratuita. Il letto è molto comodo grazie al materasso ortopedico. Il bagno essenziale ma pulito. Abbiamo anche un balcone con tavolo e due sedie, con vista sul paesaggio riposante. La pantagruelica prima colazione presenta molti prodotti fatti in casa. E, per finire in bellezza, il conto è contenutissimo, paragonato a quello degli altri alberghi.




Il merito maggiore del nostro agriturismo è quello di trovarsi a due minuti a piedi dal ristorante che abbiamo scelto per farci una scorpacciata di tartufi, cioè Massimo Camia. Si tratta di un nuovo locale aperto ed è gestito dall'omonimo chef, dalla moglie e da uno staff internazionale molto competente.


E' immacolato sotto ogni aspetto:
1 - La cucina: le portate sono generose, gustose, fantasiose, presentate in modo artistico in bellissimi piatti;  la ricca lista dei vini comprende alcuni dei più nobili cru locali, primo fra tutti il Barolo.
2 - Il servizio: tutto il personale è altamente professionale, cortese, poliglotta, cronometrato e per nulla invadente; lo chef in persona esce due volte, per darci il benvenuto e per chiederci se siamo soddisfatti.
3 - L'atmosfera: il locale è arredato in stile contemporaneo, elegante, con toni neutri molto gradevoli, poltrone comode, tavoli ben spaziati che garantiscono intimità, lini pregiati, porcellane, cristalli e argenti di stile; grandi finestre che danno sul magnifico panorama eccetera.
4 - Il rapporto qualità-prezzo: ragionevole se si considerano qualità, porzioni e prestigio della Stella Michelin Star.




Abbiamo fatto una cena indimenticabile che ci ha colpiti fin dall'inizio. Eravamo tentati dall'opzione del menù fisso, ma ci siamo resi conto che non saremmo mai riusciti a consumare tutto, così abbiamo optato per il menù alla carta. Il risotto con petto di piccione, cremoso e servito con una generosa dose di aromatiche scaglie di tartufo bianco fresco, era semplicemente perfetto. Prima del risotto erano arrivati degli assaggi a sorpresa,  tutti deliziosi e combinati in modo interessante, una crema di fagioli con lasagnette di farina di castagne accompagnata da grissini e mini panini fatti in casa. Il mio partner ha poi ordinato un vassoio di sei tipi di formaggio langhirolo, tutti eccellenti, serviti con miele, marmellata e chutney casalinghi, accompagnati da fette di  pane dolce tostato e speziato.



Io ho ordinato un tortino alle nocciole con crema pasticcera - fantastico, ma non sono riuscita a finirlo, poiché è arrivato dopo un pre-dessert a sorpresa (formaggio cremoso con cioccolato caldo). La cena non era ancora terminata, infatti ci hanno portato assaggi di piccola pasticceria che non abbiamo purtroppo quasi mangiato, nonostante fossero squisiti.



Come vino, abbiamo ordinato un notevolissimo Barolo del 2010 Da Milano dalla vigna Brunate proprio dall'altra parte della strada. Intenso, molto strutturato, elegantissimo, con uno spiccato aroma di anice. Una cena da ricordare fino al prossimo viaggio da queste parti, fra un anno.

DaniBlue

7th November 2014

2 comments:

sara nathan said...

ho trovato stupenda la tua foto con i filari di vite immersi nella nebbia. A Milano in piazza Firenze, quando ero piccola, talvolta c'era talmente tanta nebbia che quasi non si vedevano i propri piedi; adesso a Milano la nebbia è quasi scomparsa, cambiati per fortuna i sistemi di riscaldamento, ma di quella nebbia di un tempo mi capita talvolta di avere nostalgia

Unknown said...

E' vero. La nebbia (smog) della nostra infanzia aveva qualcosa di fiabesco, di magico nella nostra mente. Nascondeva la concretezza delle brutture cittadine e produceva un'acustica ovattata. Sfortunatamente ci riempiva anche i polmoni di fuliggine e provocava crisi asmatiche che diventavano anche croniche. Sono grata al progresso.