Novembre: tempo di vendemmia, tartufi bianchi e paesaggi collinari brumosi che ci chiamano per la solita escursione annuale nelle fiabesche Langhe, la zona viticola che si estende da sud di Torino all'Appennino Ligure, dove si producono vini leggendari come il
Barolo e il
Barbaresco dalle uve
nebbiolo.
Il nome del vitigno deriva da nebbia per due motivi: perché gli acini sono coperti da un velo lattiginoso e perché i grappoli vengono raccolti quando arrivano le prime giornate di nebbia, a fine ottobre/inizio novembre.
Nemmeno quest'anno possiamo perderci il lusso di questa esperienza, allora ingaggiamo i motori di ricerca per trovare sistemazione per una notte e un ristorante eccezionale.
Il mio partner si impegna in una lunghissima ricerca, telefona a dozzine di Bed & Breakfast, agriturismi e alberghi e ottiene sempre la stessa risposta: "Spiacenti, siamo al completo". Infine, atterra sulla
Cascina La Rocca che, miracolosamente, ha una camera libera.
Il navigatore trova subito l'indirizzo e a noi piace la facciata agreste e il cortile antistante molto spazioso. La provinciale Alba - Barolo dista 150 metri di fronte, quindi davvero il rumore è contenuto. Il retro dà su un pendio collinare coltivato a vigna, probabilmente barbera, e a lato c'è un lunghissimo capannone adibito a stalla.
La nostra camera è spartana, ma spaziosa e arredata con mobili rustici antichi. Non c'è televisore, ma un'eccellente connessione wi-fi gratuita. Il letto è molto comodo grazie al materasso ortopedico. Il bagno essenziale ma pulito. Abbiamo anche un balcone con tavolo e due sedie, con vista sul paesaggio riposante. La pantagruelica prima colazione presenta molti prodotti fatti in casa. E, per finire in bellezza, il conto è contenutissimo, paragonato a quello degli altri alberghi.
Il merito maggiore del nostro
agriturismo è quello di trovarsi a due minuti a piedi dal ristorante che abbiamo scelto per farci una scorpacciata di tartufi, cioè
Massimo Camia. Si tratta di un nuovo locale aperto ed è gestito dall'omonimo chef, dalla moglie e da uno staff internazionale molto competente.
E' immacolato sotto ogni aspetto:
1 - La cucina: le portate sono generose, gustose, fantasiose, presentate in modo artistico in bellissimi piatti; la ricca lista dei vini comprende alcuni dei più nobili
cru locali, primo fra tutti il Barolo.
2 - Il servizio: tutto il personale è altamente professionale, cortese, poliglotta, cronometrato e per nulla invadente; lo chef in persona esce due volte, per darci il benvenuto e per chiederci se siamo soddisfatti.
3 - L'atmosfera: il locale è arredato in stile contemporaneo, elegante, con toni neutri molto gradevoli, poltrone comode, tavoli ben spaziati che garantiscono intimità, lini pregiati, porcellane, cristalli e argenti di stile; grandi finestre che danno sul magnifico panorama eccetera.
4 - Il rapporto qualità-prezzo: ragionevole se si considerano qualità, porzioni e prestigio della
Stella Michelin Star.
Abbiamo fatto una cena indimenticabile che ci ha colpiti fin dall'inizio. Eravamo tentati dall'opzione del menù fisso, ma ci siamo resi conto che non saremmo mai riusciti a consumare tutto, così abbiamo optato per il menù alla carta. Il
risotto con petto di piccione, cremoso e servito con una generosa dose di aromatiche scaglie di
tartufo bianco fresco, era semplicemente perfetto. Prima del risotto erano arrivati degli
assaggi a sorpresa, tutti deliziosi e combinati in modo interessante, una
crema di fagioli con lasagnette di farina di castagne accompagnata da
grissini e
mini panini fatti in casa. Il mio partner ha poi ordinato un vassoio di sei tipi di
formaggio langhirolo, tutti eccellenti, serviti con
miele, marmellata e
chutney casalinghi, accompagnati da fette di
pane dolce tostato e speziato.
Io ho ordinato un
tortino alle nocciole con crema pasticcera - fantastico, ma non sono riuscita a finirlo, poiché è arrivato dopo un pre-dessert a sorpresa (
formaggio cremoso con cioccolato caldo). La cena non era ancora terminata, infatti ci hanno portato assaggi di
piccola pasticceria che non abbiamo purtroppo
quasi mangiato, nonostante fossero squisiti.
Come vino, abbiamo ordinato un notevolissimo Barolo del 2010
Da Milano dalla vigna Brunate proprio dall'altra parte della strada. Intenso, molto strutturato, elegantissimo, con uno spiccato aroma di anice. Una cena da ricordare fino al prossimo viaggio da queste parti, fra un anno.
DaniBlue
7th November 2014