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Saturday, 21 September 2013

Silenzio e bellezza: Staglieno


Grazie, Sara, per l'ispirazione a postare ancora.
Voglio farlo prendendo a prestito la tua idea di descrivere l'atmosfera e le impressioni di un luogo di pace: tu hai parlato in modo stupendo e poetico del cimitero parigino di Père Lachaise, io tenterò di parlare del Cimitero Monumentale di Staglieno, a Genova.

Una verde oasi sul fianco della collina di Staglieno, in mezzo ad alberi secolari di dimensioni impensabili, è ideale per passare un afoso mattino di luglio, mentre le auto e i rumori cittadini vengono esclusi dall'alto muro che la racchiude. Definito da Ernest Hemingway una delle meraviglie del mondo, il cimitero di Staglieno seduce col suo fascino maestoso i pochi visitatori che si addentrano nel labirinto di sentieri ripidi, colossali conifere, marmi e bronzi scolpiti da mani di artisti famosi e meno famosi.
 
Mentre il grande, scandaloso e sfortunato Oscar Wilde è sepolto a Père Lachaise, a Parigi, la sua ex moglie si trova invece nella sezione inglese di Staglieno, in una tomba semplicissima - una croce celtica di pietra, come nei cimiteri irlandesi. Constance Wilde, donna coraggiosa e anticonvenzionale, infatti è morta a Genova a soli quarant'anni, nel 1898.



Constance Wilde (1858-1898)

Si potrebbe cercare sistematicamente le tombe dei grandi, o seguire un percorso di capolavori artistici. Però è anche bello passeggiare senza meta e scoprire bellezze più anonime, ma non meno toccanti, che si trovano ad ogni angolo.

E' quasi impossibile mancare il mausoleo moderno della famiglia De Andrè, per l'abbondanza di mazzi di fiori, vasi e lumi che la circondano. La morte prematura di Faber è una ferita ancora aperta per la popolazione cittadina, che lo ha sempre adorato. Si trova nella parte bassa in piano e il disegno è decisamente spartano o, per usare un antipatico e abusato aggettivo, minimalista.

Trovo particolarmente commovente il bronzo commemorativo di Alfredo Gargiullo, atleta immortalato ventenne nell'atto di tagliare il traguardo alle Olimpiadi del 1924 a Parigi; corse in batteria con il campione olimpico, Eric Liddell, e arrivò secondo dietro di lui.
 
Nascosti tra le fronde sorgono i mausolei e le cappelle di famiglia progettati da tanti architetti secondo gusti personali e dell'epoca - facciate tradizionali, neoclassiche, orientaleggianti, con guglie e rosoni gotici; vi è anche un mini Duomo di Milano (il mausoleo Raggio). C'è armonia nell'eclettismo, l'immaginazione è sovrana.

Il mausoleo di Mazzini colpisce per le dimensioni bizzarre: le poderose colonne doriche sono in realtà bassissime e ci si immagina di potere accedere alla tomba - che è però chiusa al pubblico - solo camminando in ginocchio.

La costruzione principale di Staglieno è il grande Pantheon ammirato da Mark Twain e modellato sul tempio romano, di imponenti dimensioni, tutto in marmo bianco.
 
Cappella Raggio
 
I lunghi portici sono nobilitati da sepolture grandiose e imponenti busti scolpiti appoggiati a ciascuna delle colonne e rivolti verso i tumuli. La sensazione è di sentirsi granelli di polvere sullo sfondo della storia.


Le lapidi dei caduti del Commonwealth nella Grande Guerra sorgono solitarie nella sezione militare. I caduti ormai non sono più visitati da nessun discendente, ma le tombe sono comunque scrupolosamente curate e stanno sull'attenti da quasi un secolo e per tanti anni a venire, in memoria dell'assurdità dei conflitti.


 
 
Per sentieri e scalinate occupati per la maggior parte dalla vegetazione che incornicia le tombe si arriva alla sezione ebraica, oggi quasi dimenticata, quasi una piccola stetl di marmo eroso dal tempo, con piccole gemme come l'inaspettata sepoltura di Perla Meisler Cunati, sicuramente un'artista.
 
 
L'intero cimitero è tagliato in due dall'acquedotto storico del Bisagno, in passato forma principale di approvvigionamento per Genova, oggi bellissimo percorso pedonale di ventotto chilometri che arriva fino in centro città. Invito chiunque a passare una indimenticabile giornata a Staglieno, per riempirsi di storia, natura, bellezza e quiete.
 
Daniela Verzaro, 21 settembre 2013
 
 

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