Sono nata e cresciuta in città ma mi sono convertita alla
vita rurale. La svolta è avvenuta dopo esperienze abitative in parecchi luoghi
– città, paesi e campagna di Italia, Inghilterra, Francia, Germania e Israele.
Sebbene non mi riconosca radici particolari, mi sono
felicemente stabilita – per il momento – in un luogo idilliaco della campagna
italiana, tentando l’olivicoltura e traendone soddisfazione.
E’ una vita molto tranquilla che segue i ritmi della natura. Non c’è stress. Talvolta ho voglia di provare
un po’ di stress, così visito una città. Faccio questo in occasione del
compleanno mio o del mio compagno e anche quest’anno non abbiamo fatto eccezione:
in programma c’era Venezia. Abbiamo inoltre aggiunto due destinazioni, una città
di piccole dimensioni (Cremona) e una frazioncina di paese nella Pianura Padana
(Roncole di Busseto). Il motivo conduttore di tutte e tre era la musica
classica.
Ecco il filo logico: Cremona è la culla della fabbricazione
del violino -> Antonio Vivaldi era di Venezia e ha composto molti pezzi per violino
ed archi -> Giuseppe Verdi, nato a Busseto, è stato il più famoso
compositore italiano.
Verdi, detto il “Cigno di Busseto”, nacque infatti a Roncole
in una modesta abitazione, oggi meta turistica. Una targa sulla facciata commemora il restauro della casa natale fatto
eseguire dalla famiglia Pallavicino nel 1872 come memento per i posteri. Quando
siamo arrivati, la casa era già chiusa, ma dall’esterno aveva un aspetto immacolato,
non di umile ”abituro” come definito nella targa.
Il
nostro bed and breakfast distava poche centinaia di metri, in piena campagna. Era un
luogo molto tranquillo e rilassante con intorno un giardino pieno di begli
alberi alti. Siamo stati accolti nella maniera tipica di questa regione
calorosa, con un gradevole benvenuto informale.
La nostra stanza era ariosa e piacevolmente arredata e la gentile padrona di casa ci ha prestato due biciclette con le quali abbiamo pedalato nel verde, siamo arrivati in centro al paese, siamo tornati e l’esercizio è stato del tutto godibile.
Il paesaggio è rurale e pittoresco, assolutamente riposante; ci sono diverse piste pedonali e ciclabili che attraversano campi e seguono fossatelli. L’era moderna si è fermata a parecchi chilometri di distanza; gli unici suoni sono quelli naturali, il canto degli uccelli e i muggiti delle mandrie nelle stalle. E’ il posto perfetto per disintossicarsi dallo stress causato dalla città – ideale dopo un’”indigestione” veneziana.
Oltre al luogo di nascita, ci sono altre tappe nel pellegrinaggio dei luoghi verdiani. Villa Verdi, a S. Agata, è dove il compositore abitò nella seconda parte della vita, tuttora occupata dagli eredi ma parzialmente visitabile. Poi ci sono il Teatro Verdi e il Museo Verdi nel capoluogo, Busseto.
Il museo è stato aperto nel 2009 nella Villa Pallavicino, un’imponente residenza del XVI secolo, circondata da un fossato e da un parco stupendo.
Le sale sono decorate come nell’età romantica, con pesanti tendaggi e rivestimenti, riproduzioni di alcuni bei ritratti di Francesco Hayez e come sottofondo costante arie di opere verdiane. In alcune sale sono state allestite bozze di scenografie per un numero di melodrammi.
Si possono inoltre vedere alcuni costumi
originali indossati da celebri tenori e soprani. Al piano di mezzo c’è anche un
auditorio.
Parma e provincia sono la capitale
gastronomica d’Italia, quindi abbiamo domandato alla nostra padrona di casa di indicarci
un buon ristorante locale. Non poteva sbagliare: si chiama Le Roncole, proprio
come la frazione.
Siamo rimasti immediatamente colpiti dall’atmosfera di genuina
cordialità emiliana e dai numerosi clienti che parevano gustare molto i piatti da
cui attingevano.
Abbiamo ordinato due antipasti: gelato di parmigiano (per la verità non gelato, ma davvero originale) e un piatto classico di culatello di zibello, prodotto localmente. Poi abbiamo preso ravioli di prosciutto e coniglio alle erbe, entrambi squisiti. Come dessert, una torta sbrisolona e un semifreddo della casa.
Vino rosso della casa con le portate salate e malvasia dolce con il dessert. La qualità complessiva della cena era straordinaria, ma tutto era così ragionevole paragonato a Venezia!
Abbiamo ordinato due antipasti: gelato di parmigiano (per la verità non gelato, ma davvero originale) e un piatto classico di culatello di zibello, prodotto localmente. Poi abbiamo preso ravioli di prosciutto e coniglio alle erbe, entrambi squisiti. Come dessert, una torta sbrisolona e un semifreddo della casa.
Vino rosso della casa con le portate salate e malvasia dolce con il dessert. La qualità complessiva della cena era straordinaria, ma tutto era così ragionevole paragonato a Venezia!
FINE
© DaniBlue
11 maggio 2015